per nutrire la fede


 

Kasper - Sono forse il il custode di mio fratello


 

Pagola - Gesù misericordia


 

IL dio in cui non credo e il Dio in cui credo


 

Il giudice e la vedova - Lc 18


 

Manicardi - La dimenzione contemplativa


 

Maria uno specchio che ci fa arrossire

 


 

Maria un modello da brividi


Festa di S.Giovanni Battista

Il NO di Elisabetta


 LA MORTE TRASFORMATA

Romeo Cavedo – biblista


 UN IMPOSSIBILE SOGNO DIVENTATO REALTÀ

di Luigi Sartori - teologo


 

messaggio del Papa per la prossima quaresima


 

Salmi penitenziali


 

Dio ci benedica con la luce del suo volto


 

Santissima Madre di Gesù


 

Battesimo di Gesù


 

4° d'Avvento



3° d'Avvento


“UN LIBRO COME FUOCO”.
lettera di papa Francesco ai giovani


 La carità edifica la famiglia

        Dal libro di Rut



2° d'Avvento



1° d' Avvento


Teresa d'Avila     Maestra di preghiera

1° meditazione


Teresa d'Avila     Maestra di preghiera

2° meditazione


Teresa d'Avila     Maestra di preghiera

3° meditazione


Teresa d'Avila     Maestra di preghiera

4° meditazione


 Avvento 2015 Lisa Cremaschi Monastero di Bose

 Avvento 2015 Matteo Ferrari Monaco di Camaldoli



l'Immacolata



Cristo Re



Crescere nella Fede


Presentazione della Lettera Pastorale del Card. Angelo Scola
incontro Mons. Paolo MARTINELLI 



Gesù, terapeuta del cuore



Solennità dei Santi



Poveri in spirito



Credere nella vita



Lo scandalo della Misericordia



note sulla Misericordia (1)



note sulla Misericordia (2)



il primato dell'Ascolto



Padre nostro



Cantico delle creature



 

Letture spirituali della "Parola" (Estate 2015)


Un pensiero sul Natale!

 

A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia. Natale non è una festa sentimentale, ma il giudizio sul mondo e il nuovo ordinamento di tutte le cose. Quella notte il senso della storia ha imboccato un’altra direzione: Dio verso l’uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città verso una grotta, dal tempio a un campo di pastori. La storia ricomincia dagli ultimi.

Mentre a Roma si decidono le sorti del mondo, mentre le legioni mantengono la pace con la spada, in questo meccanismo perfettamente oliato cade un granello di sabbia: nasce un bambino, sufficiente a mutare la direzione della storia. La nuova capitale del mondo è Betlemme.

Lì Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia... nella greppia degli animali, che Maria nel suo bisogno legge come una culla. La stalla e la mangiatoia sono un ‘no’ ai modelli mondani, un ‘no’ alla fame di potere, un no al ‘così vanno le cose’. Dio entra nel mondo dal punto più basso perché nessuna creatura sia più in basso, nessuno non raggiunto dal suo abbraccio che salva.

Natale è il più grande atto di fede di Dio nell’umanità, affida il figlio alle mani di una ragazza inesperta e generosa, ha fede in lei. Maria si prende cura del neonato, lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Lo fa vivere con il suo abbraccio.

Allo stesso modo, nell’incarnazione mai conclusa del Verbo, Dio vivrà sulla nostra terra solo se noi ci prendiamo cura di lui, come una madre, ogni giorno.

C’erano in quella regione alcuni pastori... una nuvola di ali e di canto li avvolge. E’ così bello che Luca prenda nota di questa unica visita, un gruppo di pastori, odorosi di lana e di latte... E’ bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli anonimi, i dimenticati. Dio riparte da loro.

Vanno e trovano un bambino. Lo guardano: i suoi occhi sono gli occhi di Dio, la sua fame è la fame di Dio, quelle manine che si tendono verso la madre, sono le mani di Dio tese verso di loro.

Perché il Natale? Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio. Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca con lo Spirito di Dio in me.

Natale è la riconsacrazione del corpo. La certezza che la nostra carne che Dio ha preso, amato, fatto sua, in qualche sua parte è santa, che la nostra storia in qualche sua pagina è sacra.

Il creatore che aveva plasmato Adamo con la polvere del suolo si fa lui stesso polvere di terra.

Il vasaio si fa argilla di un vaso fragile e bellissimo. E nessuno può dire: qui finisce l’uomo, qui comincia Dio, perché Creatore e creatura ormai si sono abbracciati. Ed è per sempre. (E.Ronchi)

 

Buon Natale!

sandro