SALMO 91(92)
È BELLO RENDERE GRAZIE AL SIGNORE
- Estate con i Salmi (2) -


2 È bello rendere grazie al Signore e cantare al tuo nome, o Altissimo, 3 annunciare al mattino il tuo amore, la tua fedeltà lungo la notte, sulle dieci corde 4 e sull’arpa, con arie sulla cetra.

5 Perché mi dai gioia, Signore, con le tue meraviglie, esulto per l’opera delle tue mani.

6 Come sono grandi le tue opere, Signore, quanto profondi i tuoi pensieri!

7 L’uomo insensato non li conosce e lo stolto non li capisce:
8 se i malvagi spuntano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, è  solo per la loro eterna rovina, 9 ma tu, o Signore, sei l’eccelso per sempre.

10 Ecco, i tuoi nemici, o Signore,i tuoi nemici, ecco, periranno,
saranno dispersi tutti i malfattori.

11 Tu mi doni la forza di un bufalo, mi hai cosparso di olio splendente.

12 I miei occhi disprezzeranno i miei nemici e, contro quelli che mi assalgono, i miei orecchi udranno sventure.

13 Il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; 14 piantati nella casa del Signore,fioriranno negli atri del nostro Dio.

15 Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, 16 per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagità.

Ecco un salmo la cui atmosfera dominante è certamente la gioia. Festosi sono i verbi che lo introducono: lodare, cantare, suonare con l’arpa, la lira e la cetra, “annunciare al mattino il tuo nome e la tua fedeltà nella lotta” (v. 3).

Motivo della gioia sono le azioni di Dio: “Mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie” (v. 5). Non sono le azioni dell’uomo che qui danno gioia al salmista, fossero pure azioni religiose, ma le azioni di Dio. Il contrario di molti uomini che invece gioiscono e si esaltano di fronte alle proprie costruzioni, incuranti di quelle di Dio. La ragione è che la grandezza delle opere di Dio è connotata dall’amore e dalla fedeltà, qualità che allo stolto (v. 7) sfuggono completamente, del tutto incapace di provare incanto di fronte alla profondità dei pensieri di Dio (v. 6).

L’autore del salmo 91/92 non è un ingenuo. Sa che ci sono i malfattori che fioriscono e i malvagi che germogliano dappertutto, come l’erba. Ma non sembra farne un dramma. La loro fortuna dura un giorno, come il fiore che al mattino sboccia e alla sera dissecca. Il Signore invece è per sempre.

Non soltanto il Signore, ma anche il giusto, come nell’ultima parte del salmo (v. 13), in contrasto con la sorte del malvagio. Il giusto è paragonato alla palma e al cedro del Libano. A differenza dell’erba del prato, egli è saldamente piantato nella casa del Signore. E’ abbarbicato alla solidità di Dio (“mia roccia”: v. 16). Per questo anche nella vecchiaia continuerà ad essere rigoglioso e “annuncerà quanto è retto il Signore” (v. 16). E’ questa l’importante missione dell’uomo anziano: nel venir meno di tutte le cose secondarie che illudono e deludono, la sua missione è testimoniare che solo Dio conta.

Facendo un bilancio della propria esistenza l’uomo anziano è in grado di comprendere più di altri che l’ingiustizia non premia. Mi si dirà che anche la giustizia spesso non premia. Forse. Ma molto dipende da come si immagina il premio: secondo i criteri delle valutazioni mondane o secondo altri criteri? In ogni modo, l’uomo invecchia, ma Dio no. L’uomo impari a guardarsi in Dio. Se si guarda con gli occhi del mondo e si valuta secondo i suoi giudizi, l’anziano non vale più nulla. Se si guarda in Dio è diverso.


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Dal vangelo di Giovanni (15,5): Chi rimane in me ed io in lui, fa molto frutto: perché senza di me non potete far nulla.


Preghiamo

È bello, Signore, aprire il nuovo giorno
con il canto della tua lode.
È bello annunziare al mattino le tue opere,
perché realmente tu compi meraviglie.
Conservaci nella giovinezza dello spirito;
fa che anche nella vecchiaia
possiamo offrirti frutti di amore e di lode,
tu che ci hai scelti come tralci innestati a Cristo,
nostra vite.
Egli vive e regna per tutti i secoli dei secoli.
Amen