Più volte gli Atti degli apostoli attestano

la preghiera unanime della comunità cristiana.

 

Queste preghiere comuni si svolgevano in tempi determinati della giornata, in particolare la sera ed il mattino.

 

Nel corso dei secoli furono ordinate in un ciclo ben definito chiamato Ufficio Divino o Liturgia delle Ore. Essa, arricchita anche di Letture, è principalmente preghiera di lode e di supplica, ed è preghiera della Chiesa con Cristo e a Cristo.

Quando si raduna l’assemblea dei fedeli Gesù è presente e compie l’opera della redenzione umana e della perfetta glorificazione di Dio. Questa duplice azione di Gesù si realizza non solo quando si celebra l’Eucaristia e quando si amministrano i sacramenti ma anche, a preferenza di altri modi, quando si celebra la Liturgia delle Ore.

 

Voce della Sposa unita al suo Sposo.

I fedeli, convocati per la Liturgia delle Ore, unendo i loro cuori e le loro voci, manifestano la Chiesa che celebra il mistero di Cristo, suo Sposo.

Le Ore principali dell’Ufficio sono Vespri e Lodi da celebrare in comune, specialmente nei giorni di domenica e di festa, così da manifestare più chiaramente la natura ecclesiale della preghiera e favorire la partecipazione attiva di tutti.

I Vespri si celebrano quando “si fa sera e il giorno ormai declina”, e “per rendere grazie di ciò che nel medesimo giorno ci è stato donato o con rettitudine abbiamo compiuto”.

Le Lodi sono destinate a santificare il tempo mattutino poiché la Chiesa ci esorta a cominciare il giorno con la lode. Quest’ora ci ricorda la Risurrezione del Signore Gesù, “luce vera che illumina ogni uomo” e “sole di giustizia che sorge dall’alto.”

 

La mente stessa si trovi in accordo con la voce mediante una celebrazione degna, attenta e fervorosa.

I Salmi e i Cantici fanno parte della Sacra Scrittura: ci rivolgiamo a Dio con la Sua stessa Parola e la annunciamo a chi prega con noi.

Perché l’annuncio dia buoni frutti è necessario l’ascolto ed il modo migliore è farlo in silenzio. Un lato annuncia mentre l’altro ascolta in silenzio, poi il lato che ha ascoltato annuncia e l’altro, a sua volta, ascolta in silenzio: è la preghiera a cori alterni.

Il dialogo tra Dio e l’uomo si esprime nel dialogo orante dell’assemblea che celebra e nel dialogo tra parola e silenzio.

 

 

L’unione dei cuori si manifesta nell’assemblea riunita che prega con un’unica voce.

Perché sia veramente quest’unica voce nessuno preghi leggendo più in fretta o a voce troppo alta.

 

Le parti in grassetto sono recitate o cantate tutti insieme.

 

L’INNO, i SALMI, i CANTICI si cantano o si recitano

a cori alterni:

            Primo coro a sinistra dell’altare

            Secondo coro a destra dell’altare

L’alternanza potrebbe essere fra solista e assemblea: in questo caso viene annunciato.


La varietà del contenuto e il carattere specifico di ogni salmo
suggeriscono una pluralità dei modi di esecuzione:
a – in modo continuativo:
• da parte di un solista ( salmi storici, cantici ecc.)

• da parte di tutta l’assemblea intercalando eventualmente

l’antifona dopo un certo numero di versetti:
b – alternando i versetti:
- tra due cori
c – alternando le strofe:
- tra due cori
- tra solista e assemblea (intercalando eventualmente l’antifona dopo un cero numero di versetti)

4 - Regole pratiche del salmodiare
a - È opportuno cantare almeno: il cantico e il “Pater noster”.
b - La pronunzia dei Salmi deve essere scorrevole come un “parlato”.
c - Il volume della voce sia assai moderato. Si deve salmodiare in modo da non udire la
propria voce, ma quella del coro.
d - Ad esprimere il principio che il Salmo è preghiera di Cristo e del suo Corpo mistico, deve
contribuire l’unità delle voci, favorita dalla giusta collocazione degli accenti.
e - Per lo stesso motivo, la concorde esecuzione del Salmo deve ignorare tutti segni
d’interpunzione: punto, virgola, due punti ecc.
f - Nella recita a versetti alternati, nessuna sosta va introdotta tra la fine di un versetto e
l’inizio del successivo.
g - Si fa una brevissima sosta alla flessa.
h - Per interiorizzare la preghiera e lasciare penetrare al centro dello spirito la luce e la forza della
Parola ispirata, è necessaria una buona pausa all’asterisco.
i - Momenti di silenzio vanno introdotti:
dopo i singoli salmi, appena ripetuta l’antifona (silenzio più breve)
al termine delle letture (silenzio più lungo).


• Difetti da evitare:

a - L’andare avanti manifesta il non mortificato istinto di primeggiare.
b - Il restare indietro manifesta l’attaccamento al proprio modo di pensare e di fare.
c - L’alzare il volume della voce esprime l’istinto di dominare o l’intenzione di farsi notare.
d - Il tacere o il non partecipare significa negarsi alla comunione orante della Chiesa.
“Nel vostro spirito unanime e nella vostra carità, all’unisono si canta Gesù Cristo.
Formate tutti insieme un coro per cantare in un’armonia unica e in un’unica divina tonalità, a una sola voce per mezzo di Gesù Cristo al Padre, affinché Lui pure vi oda e vi riconosca, attraverso ciò che fate, come membra del Figlio suo”.
(San Ignazio di Antiochia).